“Credo la Chiesa una santa
cattolica e apostolica”
La preghiera del Credo niceno-costantinopolitano può essere suddivisa in due parti: nella prima professiamo la fede in Qualcuno (Credo in un solo Dio, Padre Onnipotente \ Credo in un solo Signore, Gesù Cristo \ Credo nello Spirito Santo), nella seconda esprimiamo invece la fede di qualcuno, ossia di tutta la Chiesa.
Si noti che la figura della Vergine Maria venga citata esplicitamente soltanto in riferimento al concepimento del Figlio per mezzo dello Spirito Santo (per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo); in realtà Essa è parte della Chiesa fin da quando ha vissuto con gli apostoli sulla Terra. Fino al Concilio Vaticano II due erano gli schieramenti che consideravano la figura di Maria: uno la concepiva come parte della divinità (specie la Chiesa orientale che le attribuiva in particolare l’appellativo di Θεοτόκος, ovvero Madre di Dio), l’altro invece la riteneva una di noi, Madre di Dio e Madre nostra. I due dogmi di fede proclamati nei secoli XIX e XX, quello dell’Immacolata Concezione e quello dell’Assunta in Cielo, protendono verso la prima visione, ma l’ultimo capitolo del documento conciliare “Lumen Gentium” conferma la seconda, proponendo Maria come Madre nella Chiesa e come sua immagine: “Redenta in modo eminente in vista dei meriti del Figlio suo e a lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, la Vergine Maria è insignita del sommo ufficio e dignità di madre del Figlio di Dio, ed è perciò figlia prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo; per il quale dono di grazia eccezionale precede di gran lunga tutte le altre creature, celesti e terrestri. Insieme però, quale discendente di Adamo, è congiunta con tutti gli uomini bisognosi di salvezza; anzi, è « veramente madre delle membra (di Cristo)… perché cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della Chiesa, i quali di quel capo sono le membra ».Per questo è anche riconosciuta quale sovreminente e del tutto singolare membro della Chiesa, figura ed eccellentissimo modello per essa nella fede e nella carità; e la Chiesa cattolica, istruita dallo Spirito Santo, con affetto di pietà filiale la venera come madre amatissima”.
Maria è perciò Madre non della Chiesa, bensì nella Chiesa, Colei cioè che ha ricevuto da Dio la particolare missione di donare a noi il Figlio nel quale crediamo; per tale ragione, durante la sua visita a Panama, parlando ai giovani papa Francesco ha attribuito a Maria l’appellativo di ‘influencer di Dio’, perché è Colei che chiede a Dio la Grazia e la distribuisce accogliendo che il destino di peccato del mondo si abbatta sulle spalle del Figlio. L’accoglienza di Maria è salvezza per il mondo. Dio l’ha fatta ‘influencer’ perché l’ha fatta altare. Perché l’ha fatta grembo per la storia.
Inizialmente abbiamo detto che nella seconda parte della preghiera del Credo esprimiamo la fede di qualcuno, diciamo infatti: “Credo la Chiesa”, non “Credo nella Chiesa”! In quest’ultimo caso infatti potremmo considerare la Chiesa come un’organizzazione ecclesiale, che segue le proprie iniziative, le proprie parole, le proprie idee… ma non è questa la Chiesa che siamo e non possiamo considerarla tale!
Che cosa significa allora vivere nella Chiesa? Significa partecipare alla realtà del Corpo Mistico inscindibilmente unito a Cristo che ne è il Capo, significa essere figli nel Figlio con una collocazione che è unica e che nessun altro può occupare; rileggiamo a questo proposito le parole di S. Paolo nel capitolo 12 della Prima lettera ai Corinzi: “Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.
E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo, non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo, non per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi. Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi, le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?”
La Chiesa non è dunque un elemento costituzionale, quanto piuttosto carismatico, in quanto riunisce realtà completamente diverse fra loro ma unite da ciò in cui credono. E’ quindi il Battesimo che ci rende una cosa sola, un corpo solo, che crea perciò ecumenismo, e le conseguenze non sono irrilevanti: io non posso permettermi di considerarmi solo, singolo, ma sono sempre in relazione con la vita divina; io non posso pensare di salvarmi da solo, ma in virtù del Corpo Mistico ogni azione materiale o spirituale è a favore o contro tutta la Chiesa, e viceversa ogni azione della Chiesa (l’annuncio del Vangelo, la celebrazione della grazia di Dio e la testimonianza dell’amore di Dio) è in stretta relazione con me tramite la comunione dei santi: i problemi positivi o negativi sono della Chiesa ma anche miei, che sono Chiesa. Il Corpo mistico non è sociologia. E’ comunione, è relazione. La gerarchia presente nella Chiesa non rispecchia i parametri umani, infatti le operazioni sono diverse, ma la dignità dei figli di Dio è uguale, che una persona sia papa o padre di famiglia, monaca o donna in carriera. ‘Credo la Chiesa’ significa inoltre rinunciare a giudicare, perché ciò che riguarda l’atro riguarda anche me. Per questo possiamo affermare che la Chiesa è una, perché siamo un corpo solo. Possiamo dire che la Chiesa è santa non perché i suoi membri siano santi, ma perché nelle vene della Chiesa scorre la Grazia di Dio, che è santità. Possiamo enunciare che la Chiesa è cattolica, cioè “secondo il tutto”, perché non è un ristretto gruppo sociale, ma è una dimensione trasversale in cui persiste totale condivisione, senza un ‘popolo eletto’. Possiamo concludere che la Chiesa è apostolica in quando basata sulla testimonianza degli apostoli presente nei Vangeli, essa è dunque la continuazione della vita degli apostoli e della loro fede. Nel versetto 19 del capitolo 16 del Vangelo di san Matteo, Gesù si rivolge a Pietro dicendo: “Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli”; con questo atto il Signore consegna agli apostoli rappresentati da Pietro tale potere, che viene tramandato nella successione apostolica dei vescovi, ne consegue dunque che sacerdoti e diaconi sono i collaboratori della funzione del vescovo, in virtù del loro ministero.
La Chiesa continua a seguire la traditio apostolica, sempre però nell’accoglienza di nuovi carismi e caratteri. L’auspicio è quello di una Chiesa che non si stanchi mai della crescita mediante l’integrazione e l’ascolto dei giovani, che non rifiuti lo sviluppo a livello spirituale tramite la cura della fede nelle anime, che non si chiuda al rinnovamento tramite le nuove ispirazioni dello Spirito Santo che è Signore e dà la vita e l’unità a tutto il Corpo Mistico. La società odierna ha bisogno di una nuova luce, in base alla quale leggere le innovazioni di carattere tecnologico, scientifico, etico, sociale, morale e spirituale. Ebbene, questa luce non è che quella irradiata dai figli di Dio, da coloro cioè che conoscono il significato più profondo della parola ‘relazione’ o ‘amicizia’, tanto utilizzata nel mondo dei social, come se un like bastasse per dire ad una persona che è bella non per quello che appare, ma per chi è realmente; coloro che conoscono il senso più autentico della parola ‘comunione’, ormai abbandonata nel lessico odierno, perché sostituita dai termini ‘convivenza’ o ‘compagnia’; quelli che utilizzano l’accezione più altruista e caritatevole della parola ‘legame’, che non vuol dire semplicemente essere follower di qualcuno, ma conoscere gli interessi, le passioni, la risata, il pianto di chi vedo sullo schermo; queste anime fotovoltaiche della luce divina sono dunque misticamente e intimamente unite a Dio e al prossimo, quindi in grado di intuire le necessità e i bisogni delle persone sotto tutti gli aspetti e in tutti gli ambiti.
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