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Beata Maria degli Angeli

Marianna Fontanella

14-gallino_2010-014Tra le figure di spicco che lungo i secoli hanno seguito le orme di Teresa di Gesù e di Giovanni della Croce, rivivendone il carisma in modo originale, Maria degli Angeli (Maria Anna Fontanella) occupa un posto eminente.

Nel 1965, in occasione dei primo centenario della Beatificazione avvenuta sotto il Pontificato di Pio IX il 25 aprile 1865, il Cardinale Anastasio Ballestrero, allora Preposito Generale dell’Ordine, in una lettera commemorativa inviata al Carmelo di Moncalieri, affermava: «La beata Maria degli Angeli… si presenta a prima vista… una autentica figlia della S. Madre Teresa, nella quale è difficile scorgere tratti o caratteri particolari estranei a quelli che costituiscono l’essenza e offrono la fisionomia tipica della carmelitana scalza. È il più grande elogio che di essa si possa fare ». Tracciandone poi un brevissimo profilo spirituale aggiungeva: «È risaputo in quale misura essa abbia vissuto le angustie e i dolori della terribile notte dello spirito… Ma forte di una fede e di una speranza incrollabili, obbedendo e combattendo, diceva il suo sì generoso a Dio… in perenne preghiera, in un incontro senza soste nella fede con Colui che sembrava nascondersi, ma che pur le si rivelava in tutto, al punto che confessava: «Il mio buon Gesù, lo trovo dappertutto e non sono mai sazia di trattenermi con Lui».

P. Jesús Castellano Cervera, in una recente conferenza in occasione del terzo centenario di fondazione del carmelo di Moncalieri, parlando di questa «prima figlia di Teresa beatificata qui in Italia», parlava di un gemellaggio spirituale tra Teresa di Gesù e la beata Maria degli Angeli, scorgendovi quasi una interpretazione dell’essere e della vita della Madre. «Chi legge la biografia della beata Maria degli Angeli – diceva – sente una specie di straordinaria affinità spirituale tra le due donne di Dio: nei fervori iniziali, nelle resistenze fatte al Signore, nella ricerca delle vanità adolescenziali che frenano il dono totale di sé, nella grazia della conversione, nell’amore verso S. Giuseppe… verso la Madre di Dio, nel fervore eucaristico, nella dolce maternità spirituale, nella capacità di trattare con tutti, anche con la nobiltà torinese, come Teresa trattava con il re e con altri nobili. È vivo nella figlia lo stesso amore per Cristo nella sua santa Umanità, che troviamo nella Madre: l’Umanità in tutti i suoi misteri, dal Natale alla Passione e Risurrezione. Ha goduto di esperienze mistiche, simili a quelle della Madre fondatrice: parole interiori, grazie eucaristiche, grazie trinitarie, ma soprattutto ha coniugato bene, come la sua Santa Madre, il binomio miseria-misericordia. Altissimo senso di Dio e profonda umanità, con le sue consorelle, ma anche con tutti. Nel solco della eredità teresiana, ha lasciato un’impronta, una ricchezza di continuità del carisma della famiglia teresiana. Un carisma che si arricchisce con il tempo e diventa anche patrimonio di vita».

Una perfetta carmelitana scalza dunque, innamorata di Dio e ardente di zelo per la Chiesa e per i fratelli. Ma con uno stile tutto suo, perché la fantasia di Dio è inesauribile. Lo Spirito, operando sulla ricchezza di una natura viva e appassionata, su un’innata disposizione all’ascolto, sulla capacità di aprirsi all’infinito, ha creato un autentico capolavoro in cui risplende tutta la ricchezza delle possibilità umane e la straordinaria potenza dell’amore di Dio.

Forse poche volte nella storia della santità cristiana è avvenuto che le vicende personali di una piccola monaca di clausura si siano intrecciate così strettamente con gli avvenimenti sociali e politici del tempo. Attorno a lei infatti ruotano i personaggi più in vista del ducato sabaudo, a cominciare dallo stesso principe regnante, il duca Vittorio Amedeo Il, sua madre (la seconda Madama Reale Giovanna Battista), la Duchessa Anna d’Orleans, sua moglie e molti esponenti della nobiltà piemontese, oltre ad alcune figure di eminenti religiosi ed ecclesiastici, tra cui emerge quella del beato Sebastiano Valfré.

 

 

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